The Search – Carole (Bérénice Bejo) si avvicina al piccolo Hadji (Abdul Khalim Mamutsiev) |
di Luca Ferrari
Orfano con gli occhi imbevuti della brutale esecuzione della sua mamma e del suo papà per mano (Ak47) dell’esercito russo, il piccolo ceceno Hadji (Abdul Khalim Mamutsiev) cammina tra le macerie, carro armati e civili in fuga. È solo con il fratellino di pochi mesi in braccio. Nel pesante zaino c’è un solo giocattolo. Ha gli occhi tristi e spaventati. Tu lo guardi, e vorresti tendergli una mano. Asciugargli le lacrime (non solo a lui…) che gli tagliano le guance. Tu lo vedi, e vorresti abbracciarlo. Fare di tutto perché torni a sorridere.
Presentato in concorso alla 67° edizione del Festival di Cannes, 01 Distribution porta sul grande schermo italiano The Search (2015, di Michel Hazanavicius), sbarcato nelle sale italiane giovedì 5 marzo. Remake di Odissea tragica (1948, di Fred Zinnemann), quest’ultimo però ambientato nel post II Guerra Mondiale, il regista francese premio Oscar 2012 per The Artist mostra il conflitto della Seconda guerra cecena tanto con le azioni dei materiali esecutori quanto nell’altrettanto spregevole (e colpevole) omertà politica.
Cecenia, 1999. In uno dei peggiori e ignorati teatri bellici del terzo millennio s’incrociano alterne vicende umane. Un bambino prova a lasciarsi alle spalle la brutalità dell’esercito russo senza la quasi minima speranza di ritrovare la sorella maggiore Raïssa (Zukhra Duishvili), unica sopravvissuta insieme a lui. Dall’altro lato “della strada” c’è invece il ventenne Kolia (Maksim Emelyanov), un ragazzo spensierato che per un banale arresto si ritrova dentro il giogo senza ritorno del macho-cameratismo in tuta mimetica. Un mondo violento che finirà per trasformarlo in una cinica macchina di morte.
I russi sono a caccia di terroristi ceceni, ma la realtà è ben diversa. Invece di pericolosi criminali, uccidono (e torturano) senza pietà né alcuna prova degli innocenti e disarmati civili musulmani. Sotto il ravvicinato fuoco ex-sovietico ci finiscono dentro anche i genitori di Hadji, un bambino di appena 9 anni. Lui ha visto tutto dalla finestra. Ha assistito a una violenza che sarebbe troppo da digerire anche per un adulto. Abbandona allora la propria casa e parte col fratellino da cui è costretto a separarsi. Morirebbe insieme a lui. Gli da allora un bacino e lo lascia in custodia da una famiglia. Inizia il suo viaggio.
Hadji non parla con nessuno. Supera il confine russo e si arrangia come può. Scappato dagli uffici della Croce Rossa Internazionale diretta da Helen (Annette Bening), dorme da solo tra le macerie. Mangia pane trovato per terra, strappatogli poi via da un gruppetto di spietati coetanei che gli rubano anche il berrettino rosso. È allora che solo e nascosto nei suoi occhioni impauriti incontra Carole (Bérénice Bejo), capo delegazione dell'Unione Europea per i Diritti Umani.
In principio e nei giorni a venire non c’è dialogo tra i due. Lui non parla. Ascolta. Mangia quando lei non c’è. Ha una passione per la musica. Carole gli si affeziona e si fa sempre più materna nei suoi confronti. Così, mentre per Kolia il solo traguardo possibile sarà l’accettazione nei perversi meccanismi ideologico-militari attraverso prove umilianti e di forza bruta, è una gioia per il cuore vedere il viso sorridente di Hadji quando Carole gli compra un regalino.
The Search non è un film commerciale. The Search è una pellicola per la quale andrebbero create proiezioni speciali nelle scuole, mettendo così gli studenti dinnanzi a una toccante vicenda umana e una guerra di cui è molto probabile neanche i loro genitori sappiano granché visto che i media, colpevolmente, se ne sono ben guardati dal raccontarne il dramma. Qualche rara eccezione ovviamente c’è stata. Su tutte la coraggiosa giornalista russa Anna Politkovskaja, poi “ricompensata” a dovere (dal proprio governo) con dei colpi di pistola alla nuca davanti alla propria abitazione.
Il conflitto ceceno è ufficialmente terminato (1999-2009), ma di fatto con strascichi di odio e vendetta verso il Cremlino che si protrarranno per chissà quante generazioni a venire. The Search non è solo una drammatica immersione in una realtà più vicina di quello che potrebbe sembrare. Tutti noi potremmo essere Kolia, strappati alle nostre vite e messi forzatamente a fare ciò che non immagineremmo possibile. Lui sorride quando sul treno che lo sta portando nella caserma del reclutamento vede dei coetanei “impegnati” a ridere, bere e fumare qualche sigaretta. Li guarda e sorride amaro, come se fosse rassegnato al suo prossimo destino.
Eppure, a dispetto dello sconforto devastante trasportato dagli occhioni di Hadji o dall’esaltazione militaresca subita/ostentata da Kolia, il dramma più grande di The Search è l’indifferenza di chi ha il potere di fermare una guerra e se ne lava le mani. Così, mentre Carole legge il suo rapporto sui diritti umani in sede europea, i vari e pochi delegati presenti fanno tutto fuorché ascoltarla. Chiacchierano tra sé come scolaretti indisciplinati, con la differenza che la loro negligenza non si tradurrà in un’eventuale insufficienza in geografia ma in una bocciatura senza appello nei confronti della Vita.
The Search – il piccolo Hadji (Abdul Khalim Mamutsiev) con il fratellino |
The Search – i “riti” violenti dell'iniziazione militare della recluta Kolia (Maksim Emelyanov) |
The Search – la giovane Raïssa (Zukhra Duishvili) alla ricerca di Hadji |
The Search – il viso sconvolto di Hadji (Abdul Khalim Mamutsiev) |
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