La regola del silenzio - Nick Sloan/Jim Grant (Robert Redford) |
Gli anni della Contestazione si ripresentano con il conto da pagare. Ispirato all'omonimo romanzo di Neil Gordonm, La regola del silenzio (di Robert Redford).
di Luca Ferrari
Sono lontani, a
prescindere da quanti siano, I tre giorni del Condor. Gli uomini del Presidente intanto si sono moltiplicati. Clonati. Non li distingui più. I media non sono meno volgari
della politica. Fino a che punto ci si può e si deve spingere? E se lo
fai, è per amore della verità o del sensazionalismo da scoop? Reporter in
erba ti dicono serenamente che quando vengono chiamati sono felici
all’idea ci possa essere un cadavere, così hanno una storia da seguire. Si
può fare il proprio mestiere e in modo superlativo senza oltrepassare
quella sogna di umanità. E fanculo anche un articolo e il Premio
Pulizter se a rimetterci deve essere una vita.
I veri ideali non
cambiano. Si aggiornano. Nell’attivismo come nell’espressione artistica.
Negli anni della guerra in Vietnam, Nick Sloan (Robert Redford) prese
parte al movimento di contestazione Weather Underground. Quando però ci
scappa il morto durante una rapina im banca e una guardia padre di famiglia muore,
scatta la caccia all’uomo. I quatto presenti si danno alla fuga, e
cambiando identità riescono a farla franca ai Servizi Segreti.
Questo per trent’anni fino a quando Sharon Solarz (Susan Sarandon) decide volontariamente di costituirsi. La storia riscuote molto eco su tutta la stampa e l’interesse del giovane e scafato giornalista di una piccola testata locale, Ben Shepard (Shia LaBeouf), che inizia un certosino lavoro investigativo degno del Watergate ma non senza una certa voglia di protagonismo.
Questo per trent’anni fino a quando Sharon Solarz (Susan Sarandon) decide volontariamente di costituirsi. La storia riscuote molto eco su tutta la stampa e l’interesse del giovane e scafato giornalista di una piccola testata locale, Ben Shepard (Shia LaBeouf), che inizia un certosino lavoro investigativo degno del Watergate ma non senza una certa voglia di protagonismo.
Ispirato all'omonimo romanzo di Neil Gordon, La regola del silenzio (di Robert Redford) è stato
presentato nella sezione Fuori Concorso alla 69° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (29 agosto – 8
settembre 2012).
Jim Grant oggi è vedovo. Sua figlia Isabel (Jackie Evancho)
è una normale studentessa di 11 anni. Lui è un avvocato. Tutto scorre
liscio, ma qualcuno (Shepard) vuole di più di un misero lavoro da articolista di
cronaca. Vuole la prima pagina sul giornale locale di Albany NY alla cui
direzione c’è Ray Fuller (l’istrionico Stanley Tucci). Grazie a una sua
ex-fiamma che lavora all’FBI, Diana (Anna Kendrick), inizia a mettere
insieme i pezzi del puzzle fino a scoprire in modo del tutto autonomo, e
decisamente meglio dei servizi segreti, che Nick Sloan è Jim Grant,
anch’esso accusato della morte della guardia.
Ma questi in realtà non c’era. La sua sola speranza di far venire a galla la verità a questo punto è trovare Mimi Lurie (Julie Christie), anch’essa a scomparsa nel nulla. Ma per raccontare la storia, dovrebbe costituirsi. “Chi è il terrorista?” chiede la donna a uno stremato Sloan, “Uno stato che commette un genocidio o chi si ribella a tutto questo arrivando anche ad atti estremi?”.
Il giornalismo e la verità. Quando la moda dei supereroi non era ancora dilagata, il regista Mark Steven Johnson (Ghost Rider) portò sul grande schermo Daredevi (2003) con protagonista Ben Affleck, spalleggiato dalla sua futura moglie (ed Elektra) Jennifer Garner, opposto alla temibile coppia Colin Farrell alias Bullseye, e il recentemente scomparso Michael Clarke Duncan, nelle parte del boss mafioso Wilson Fisk/Kingpin.
Matt Murdock (Daredevil) incappa spesso nel giornalista Ben Urich (Joe Pantoliano), giornalista investigativo deciso a far luce su questo fantomatico eroe mascherato. Scoperta l’identità segreta e con l’articolo terminato, non resta che schiacciare invio e mandarlo in stampa. Ma ualcosa lo boocca. Non mi voglio arrendere a un sistema che disprezzo, dice ancora Mimie. E così sia. Ma se i risultati fin’ora raggiunti non hanno cambiato nulla, forse è ora di cercare un’altra strada. L’essere umano è avvisato. La verità non disseta l’orgoglio.
Ma questi in realtà non c’era. La sua sola speranza di far venire a galla la verità a questo punto è trovare Mimi Lurie (Julie Christie), anch’essa a scomparsa nel nulla. Ma per raccontare la storia, dovrebbe costituirsi. “Chi è il terrorista?” chiede la donna a uno stremato Sloan, “Uno stato che commette un genocidio o chi si ribella a tutto questo arrivando anche ad atti estremi?”.
Il giornalismo e la verità. Quando la moda dei supereroi non era ancora dilagata, il regista Mark Steven Johnson (Ghost Rider) portò sul grande schermo Daredevi (2003) con protagonista Ben Affleck, spalleggiato dalla sua futura moglie (ed Elektra) Jennifer Garner, opposto alla temibile coppia Colin Farrell alias Bullseye, e il recentemente scomparso Michael Clarke Duncan, nelle parte del boss mafioso Wilson Fisk/Kingpin.
Matt Murdock (Daredevil) incappa spesso nel giornalista Ben Urich (Joe Pantoliano), giornalista investigativo deciso a far luce su questo fantomatico eroe mascherato. Scoperta l’identità segreta e con l’articolo terminato, non resta che schiacciare invio e mandarlo in stampa. Ma ualcosa lo boocca. Non mi voglio arrendere a un sistema che disprezzo, dice ancora Mimie. E così sia. Ma se i risultati fin’ora raggiunti non hanno cambiato nulla, forse è ora di cercare un’altra strada. L’essere umano è avvisato. La verità non disseta l’orgoglio.
Curiosità del film. Per la seconda volta dopo L'uomo che sussurrava ai cavalli (1998), sempre diretto e interpretato da Redford, anche in La regola del silenzio, lui e l’attore Chris Cooper sono fratelli. Nel caso
della pellicola tratta dall’omonimo libro di Nicholas Evans, come Tom e
Frank Booker, in questa presentata in laguna come Nick e Daniel Sloan.
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