Angelo Bacci (a sx) vicino al regista Gillo Pontecorvo |
di Luca Ferrari
Mostra del Cinema è l'equivalente di giornate infinite, conferenze stampa, proiezioni in anteprima, Lido di Venezia e un'atmosfera comunque unica ed esaltante. Ognuno ovviamente ha i propri ricordi personali. Per qualcuno è la foto scattata insieme a Brad Pitt sul red carpet, per il sottoscritto Mostra del Cinema è e sarà sempre sinonimo di Angelo Bacci.
Era l’anno del Leone d’Oro alla carriera a Clint Eastwood. Era l’anno di Miloš Forman presidente di Giuria. Era l’anno della Coppa Volpi al Miglior Attore Javier Bardem per l’interpretazione in Prima che sia notte (di Julian Schnabel). Correva l’anno 2000 e alla 57° Mostra del Cinema di Venezia, presieduta dal nuovamente in carica Alberto Barbera, io ero lì. Nel ventre del Palazzo, a lavorare insieme ad Angelo Bacci.
A parte un paio di apparizioni come “maschera” fuori sala (1997, '99), i miei decisivi passi nel Tempio Veneziano del Cinema li feci insieme ad Angelo Bacci, per quarant’anni uomo in prima linea a La Biennale di Venezia. E poco tempo fa l’ho rincontrato. Ancora volenteroso e creativo. È recente la pubblicazione del suo libro Dalla Fabbrica alla Biennale e ritorno (2011, Supernova).
Correva l’anno 2000 e nel giorno della passerella del regista Takeshi Kitano, sbarcato alla Mostra per l’anteprima di Brother, mi ritrovai insieme a tanti coetanei e non, a essere assoldato nella Yakuza, la potente mafia giapponese. Tutto vestito di nero, occhiali scuri e sguardo incazzato sul red carpet per la passerella del regista nipponico (Leone d’Oro per il miglior film nel 1998 con Hana-bi/Fiori di fuoco). Davanti ai flash e gli scatti della stampa mondiale.
Ma questo non è che un orpello. Il vero viaggio fu un altro. Dietro le quinte. Senza il clamore delle sale. Senza nessuna apparente star. Prendendo appunti inconsci. Imparando dall’instancabile passione di un uomo, Angelo Bacci. Deciso ma cortese. Brillante e sognatore. Ispiratore. Nella prosa come nell'arte più poetica, quella che immortalai proprio in quei giorni
Ma questo non è che un orpello. Il vero viaggio fu un altro. Dietro le quinte. Senza il clamore delle sale. Senza nessuna apparente star. Prendendo appunti inconsci. Imparando dall’instancabile passione di un uomo, Angelo Bacci. Deciso ma cortese. Brillante e sognatore. Ispiratore. Nella prosa come nell'arte più poetica, quella che immortalai proprio in quei giorni
“Nel ciondolo di un panorama
sorpresi le avarie dei numeri a camminare
in punta di piedi, continuando
a scrivere favole
senza che la vita avesse mai cessato
d’essere un laboratorio
di torte alla frutta con tabasco/… Sono stato
il solo responsabile di un vecchio mondo
in regresso
senza più re né piogge primaverili, ma
questi applausi dall’altra parte
della strada
sono troppo facili per un video-identikit/… Preferisco
di gran lunga improvvisare
nei momenti migliori”
Lido di Venezia (Ve), Palazzo del Cinema, 30 Agosto 2000
sorpresi le avarie dei numeri a camminare
in punta di piedi, continuando
a scrivere favole
senza che la vita avesse mai cessato
d’essere un laboratorio
di torte alla frutta con tabasco/… Sono stato
il solo responsabile di un vecchio mondo
in regresso
senza più re né piogge primaverili, ma
questi applausi dall’altra parte
della strada
sono troppo facili per un video-identikit/… Preferisco
di gran lunga improvvisare
nei momenti migliori”
Lido di Venezia (Ve), Palazzo del Cinema, 30 Agosto 2000
Lido di Venezia 2009 - Angelo Bacci (al centro) riceve il Gran Premio Bisato d’Oro tra l’attrice Maria Grazia Cuccinotta e il critico cinematografico Antonio Llorens Sanchis |
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