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lunedì 6 agosto 2012

Friends, dal Central Perk al Greenwich Pub


Friends come la vita reale. Central Perk come il Greenwich Pub. New York come Curtarolo. Anch'io come Rachel venni presentato a nuovi amici.

di Luca Ferrari

Per anni i Friends Ross, Rachel, Monica, Chandler, Phoebe e Joey si sono incontrati e confidati nel mitico Central Perk, caffetteria di New York City nel quartiere del Greenwich Village. Per un assurdo caso del destino, negli ultimi mesi sono capitato più volte a Curtarolo (Pd), dove mi sono innamorato dell'atmosfera (e dei suoi meravigliosi club sandwich) del Greenwich Pub

Vista la mia estrema confidenza con il mondo Kauffmaniano-Craneiano-Brightiano, il nome non poteva lasciarmi indifferente. Così, introdotto dalla neo-amica Paola, via via ho iniziato a conoscere la sua cerchia di amici, esattamente come accadde nella prima puntata della sitcom Friends, con Rachel (Jenifer Aniston) che arrivava e conoscere il resto della banda tramite Monica (Courtney Cox), novella Virgilio della vita vera nella Grande Mela. 

E così pure io sono stato introdotto al "cospetto" di Paolo, Nicoletta, un’altra Nicoletta, Tony, Luisa e infine io stesso ho portato una nuova afecionada, direttamente da Milano, Desirèe. Quale che sia la finzione di una sitcom, la realtà è la più grande fonte d'ispirazione esistente al mondo. Ecco qua dunque i nuovi Friends con affinità con i loro simili newyorkesi.

Iniziamo con lo sdoganare Facebook. Ne si può fare un uso accorto e garbato. Paola l’ho conosciuta così. Il rock ci ha avvicinato. Ha un lavoro sicuro, e in questo ricorda un po’ Ross ma è tutto fuorché una morigerata. Non le manca un’eccessiva ironia, specie con il sottoscritto, quindi con una vena Chandleristica non indifferente. Per il resto, ci mette tutto del suo. Per niente
Paola (sx) e Desirèe (dx) al Greenwich Pub
esasperata e maniaca del controllo come Monica né totally out fo mind come Phoebe. Se qualcuno è in cerca di personaggi per una nuova serie, il suo mix umano-caratteriale è perfetto. A piccole dosi, s’intende.

Complice la distanza, è stata l’ultima ad arrivare. E quando torna dalle parti venete, la sera si va lì. Al Greenwich Pub, ovviamente. Lei è Desirèe. Ama la lettura solitaria, ed è sicuramente una voce fuori dal coro, ma non per questo poco incline alla socialità, specie con le cricche di pochi ed eletti. Ironica e con la lingua affilata, sembra un ibrido tra la Phoebe delle ultime stagioni e il sarcasmo al potere del Chandler primi tempi. Dietro una sottile veste ufficiale da donna in carriera, più Racheliana che non Monichesca, alle volte lascia emergere quella sensibile ingenuità che avvolgeva Jill, la sorella minore di Rachel interpretata da Reese Whiterspoon. A essere uno sceneggiatore, le sue conversazioni con uno degli altri protagonisti, chiuderebbe alla grande più di una puntata, ma senza i moralismi sdolcinati (anche perché non sarebbe il tipo) alla Grey’s Anatomy, ma con una canzone unplugged d’atmosfera.

Tony “Bellimbusto”: dietro quell’aria da musicista navigato e da street man (è il batterista dei Lane, cover band dei Nirvana), avverto un’aria timida alla Gunther, il biondino barista perennemente innamorato di Rachel ma incapace di farsi avanti. La sua professione ricorda la solidità di vita di un Ross, il che tradotto significa che ha i numeri per conquistare la bella. Avanti allora, il pubblico aspetta.

Paolo
Paolo: complice la presenza dell’outsider Desirée, ci ha messo un attimo a diventare Paolone. L’arte scorre nelle sue vene. È un eccellente fotografo di matrimoni. Un Ross perfetto, solo meno magro del primogenito dei Geller, ma attenzione a pensare a lui come un potenziale e placido “omone”. I suoi recenti apprezzamenti sul mio abbigliamento estivo formato tovaglia (una camicia a quadri, ndr; e non ha visto ancora quella modello hawajana che mi arriva fino alle ginocchia) mi fa intuire che se si scava bene, svariati pozzi Chandlereschi sono pronti a zampillare fuori.

Luisa : la sua eccellenza ai fornelli me la fa ricollegare subito a Monica, con la quale però non ha nulla che spartire con i suoi eccessi ma al massimo, il senso di fare "tavolata" all together. Al contrario, ha la semplicità di una Phoebe. Una persona capace di farti setire a casa tanto in un luogo minuscolo come in un'affollata metropoli.

Nicoletta: Live e Pdf
Nicoletta Live: un po’ Edie Brickell, un po’ Phoebe. La sua passione per la musica e annessa attività canterina nei locali porta all’inevitabile raffronto con la stralunata bionda della sitcom. Ma sia chiaro, canta molto meglio della signorina Buffay, e soprattutto conosce tutti gli accordi e non i due soli di Phoebe, con cui però condivide l’estrema sincerità: prova ne è il suo reiterato consiglio di “buttarmi” giù da scogliere e simili, dopo avermi visto in codesti luoghi su fotografie. Ma attenzione, è una donna estremamente tenace e responsabile. Un mix di creatività e saggezza. Una potenziale Monica, senza però le sue follie esasperate di ordine e competitività.

Nicoletta Pdf: dopo che la conobbi e avuta la sua preziosa amicizia su Facebook, m’informai di eventuali simpatie con Acrobat Reader, salvo poi scoprire il vero (doppio) significato che non intendo svelare, però. Chiamatelo il mistero della Nico (mica ci sono solo quelli di Twin Peaks). Istintivamente dico Rachel, Rachel e solo Rachel. Anche se con il personaggio interpretato da Jennifer Aniston non ha certo il comune il passato da figlia viziata. Rachel viene talvolta canzonata perché ha le lacrime facili, e io immagino che quel Pdf sia un po’ come lo scudo di Capitan America, un’arma invincibile con cui un po’ protegge la sua estrema sensibilità.

il singolo I'll be there for you
E veniamo all’ultimo soggetto, il sottoscritto. Discorso conclusivo. Friends ho iniziato a vederlo negli anni ’90. Il singolo I’ll be there for you, la canzone della sigla realizzata dalla band The Rembrandts, me lo comprai nell’estate del 1999. Sei anni dopo, nel 2005, in una giornata d’afa pazzesca, iniziai a vedere la prima puntata dell’ultima serie. Ora ho tutte le puntate in dvd. E me le riguardo. Quante volte me le riguardo. Mi fanno sentire a casa ovunque io sia. 

È la serie a cui sono più legato. Più di Scrubs, più dei Jefferson, più di Frasier, più di Dawson's creek, più di Alla fine arriva mamma. Eccomi allora. Alla ricerca del sogno impossibile come Joey. Ingenuo e svampito come Phoebe. Sarcastico come Chandler. Con tracce pericolo-competitive della giovane Geller, senza alcun elemento Rossiano e con una vita che  in passato avrei voluto ricominciare da zero come Rachel, condividendo un'era nuova con nuovi Friends. E forse è per questo che ogni volta che arrivano le classiche feste che raramente sopporto, le immagino sempre di viverle come loro. Insieme. Tra amici, e nulla di più.
I'll be the for you, The Rembrandts

Friends al Greenwich Pub di Curtarolo (Pd)

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