Madagascar 3 – Ricercati in Europa (2012) |
di Luca Ferrari
Storie di valori, amicizia e verità. L’animale non è chi cammina a quattro zampe, ma chi si comporta in modo crudele con chiunque. E se a insegnarlo è la simpatia contagiosa di una zebra, un leone, un ippopotamo, una giraffa e tanti nuovi amici, allora si può solo che prendere appunti. Nell’anima e nel cuore.
Venezia, 22 agosto 2012. Mancano ancora tre quarti d’ora all’inizio dell’anteprima di Madagascar 3 – Ricercati in Europa (2012, di Conrad Vernon, Eric Darnell e Tom McGrath), e l’arena di campo San Polo, sede della rassegna “Estate al Cinema”, è già traboccante di spettatori e voci. Non c’è un filo d’aria. L’umidità non allenta la morsa. Ma è solo un dettaglio.
La gente sta già entrando, e la coda è un’ordinata striscia verticale e orizzontale che arriva fin quasi sotto i portici. Un flusso costante. Il pubblico è quanto di più eterogeneo si possa immaginare. Si vai dai classici piccini accompagnati dai genitori, agli adolescenti, passando per quella fascia di età intermedia cresciuta con Steven Spielberg e “trafitta” dalla rivoluzione animata made in Pixar & DreamWorks, fino agli over 50, che nipotino o non nipotino, questa pellicola non se la vogliono proprio perdere.
Arrivano le 9, ma le luci sono ancora accese e nessun trailer viene proiettato. Ci sono ancora posti (pochi) disponibili. Si continua a entrare, e nell'attesa c'è chi mangia una pizza, e chi qualche biscotto bucaneve. Una giovane invece è immersa nella lettura di Hunger Games (2008, di Suzanne Collins). Dallo staff chiedono di avere pazienza ancora per qualche minuto. La risposta, scherzosamente (e prevedibilmente) è un buuuu divertito, presto spodestato da un incitamento di tutta la platea con un “COMINCIA, COMINCIA, COMINCIA!!!” fino a che i riflettori si spengono, e modello concerto rock, la risposta del pubblico è un sonoro boato di gradimento.
Così, dalle acque lagunari, si passa agli scenari africani dove avevamo lasciato Alex il Leone (Ben Stiller), Gloria l’ippopotamo (Jada Pinkett Smith), Marty la zebra (Chris Rock) e Melman la giraffa (David Schwimmer), nel precedente Madagascar 2 (2008).
Nostalgia di casa per il leone buono. Sogna New York City. Sogna ancora la bella vita nello zoo della Grande Mela dove era la star. Inutile aspettare che i Pinguini tornino a prenderli. Bisogna agire. E allora, maschera e boccaglio in bocca, i quattro amici per la pelle si mettono in marcia per raggiungere i pennuti in smoking, nel Principato di Monaco, e prendere insieme il loro aereo. Un piano perfetto? Assolutamente, sì. Se non fosse che crollando sui tavoli da gioco di un casinò, fanno scoppiare il panico e l’intervento della gendarmeria locale con a capo la Crudelia De Mon del terzo millennio, il Capitano Chantel DuBois (la cui voce è data nell’originale dal Premio Oscar, Frances McDormand).
Non solo un poliziotto implacabile e segugio infallibile, ma una vera collezionista di teste di animali. E tra i suoi trofei manca solo il re della foresta: Melman dunque è avvisato. Scampato provvisoriamente il pericolo, la combriccola scapestrata riesce a nascondersi all’interno di un treno di animali da circo, facendo così la conoscenza della tigre Vitaly (Bryan Cranston), il giaguaro femmina Gia (Jessica Chastain) e il leone marino Stefano (Martin Short), la cui goffaggine e ingenuità di quest’ultimo ricorda non poco il bradipo Sid della saga dell’Era Glaciale, il cui quarto capitolo, “Continenti alla deriva” sta per sbarcare nelle sale cinematografiche.
Per non rischiare di ritrovarsi sbattuti giù in corsa, il Re di Varsavia (una figura umanoide sotto le cui vesti ci nascondono le scimmie) acquista il treno circense, confidando che lo spettacolo londinese vada a gonfie vele e un impresario americano li porti finalmente a New York. Ma le cose non vanno così, e la prima apparizione della nuova dirigenza a Roma si rivela un fiasco clamoroso.
L’idea allora è quella di ridare un nuovo smalto e veste al circo. Al diavolo le vecchie tradizioni, è tempo di fare di più. A dispetto della reticenza iniziale di Vitaly, l’entusiasmo dei newyorkesi è contagioso e lo show in Inghilterra stupisce. Ma quando tutto sembra andare a gonfie vele, la verità dei fuggiaschi americani viene a galla. Gli animali del circo si sentono usati. Non c’è cosa peggiore per chi ha l’animo puro di sentirsi manipolato.
La gente sta già entrando, e la coda è un’ordinata striscia verticale e orizzontale che arriva fin quasi sotto i portici. Un flusso costante. Il pubblico è quanto di più eterogeneo si possa immaginare. Si vai dai classici piccini accompagnati dai genitori, agli adolescenti, passando per quella fascia di età intermedia cresciuta con Steven Spielberg e “trafitta” dalla rivoluzione animata made in Pixar & DreamWorks, fino agli over 50, che nipotino o non nipotino, questa pellicola non se la vogliono proprio perdere.
Arrivano le 9, ma le luci sono ancora accese e nessun trailer viene proiettato. Ci sono ancora posti (pochi) disponibili. Si continua a entrare, e nell'attesa c'è chi mangia una pizza, e chi qualche biscotto bucaneve. Una giovane invece è immersa nella lettura di Hunger Games (2008, di Suzanne Collins). Dallo staff chiedono di avere pazienza ancora per qualche minuto. La risposta, scherzosamente (e prevedibilmente) è un buuuu divertito, presto spodestato da un incitamento di tutta la platea con un “COMINCIA, COMINCIA, COMINCIA!!!” fino a che i riflettori si spengono, e modello concerto rock, la risposta del pubblico è un sonoro boato di gradimento.
Così, dalle acque lagunari, si passa agli scenari africani dove avevamo lasciato Alex il Leone (Ben Stiller), Gloria l’ippopotamo (Jada Pinkett Smith), Marty la zebra (Chris Rock) e Melman la giraffa (David Schwimmer), nel precedente Madagascar 2 (2008).
Nostalgia di casa per il leone buono. Sogna New York City. Sogna ancora la bella vita nello zoo della Grande Mela dove era la star. Inutile aspettare che i Pinguini tornino a prenderli. Bisogna agire. E allora, maschera e boccaglio in bocca, i quattro amici per la pelle si mettono in marcia per raggiungere i pennuti in smoking, nel Principato di Monaco, e prendere insieme il loro aereo. Un piano perfetto? Assolutamente, sì. Se non fosse che crollando sui tavoli da gioco di un casinò, fanno scoppiare il panico e l’intervento della gendarmeria locale con a capo la Crudelia De Mon del terzo millennio, il Capitano Chantel DuBois (la cui voce è data nell’originale dal Premio Oscar, Frances McDormand).
Non solo un poliziotto implacabile e segugio infallibile, ma una vera collezionista di teste di animali. E tra i suoi trofei manca solo il re della foresta: Melman dunque è avvisato. Scampato provvisoriamente il pericolo, la combriccola scapestrata riesce a nascondersi all’interno di un treno di animali da circo, facendo così la conoscenza della tigre Vitaly (Bryan Cranston), il giaguaro femmina Gia (Jessica Chastain) e il leone marino Stefano (Martin Short), la cui goffaggine e ingenuità di quest’ultimo ricorda non poco il bradipo Sid della saga dell’Era Glaciale, il cui quarto capitolo, “Continenti alla deriva” sta per sbarcare nelle sale cinematografiche.
Per non rischiare di ritrovarsi sbattuti giù in corsa, il Re di Varsavia (una figura umanoide sotto le cui vesti ci nascondono le scimmie) acquista il treno circense, confidando che lo spettacolo londinese vada a gonfie vele e un impresario americano li porti finalmente a New York. Ma le cose non vanno così, e la prima apparizione della nuova dirigenza a Roma si rivela un fiasco clamoroso.
L’idea allora è quella di ridare un nuovo smalto e veste al circo. Al diavolo le vecchie tradizioni, è tempo di fare di più. A dispetto della reticenza iniziale di Vitaly, l’entusiasmo dei newyorkesi è contagioso e lo show in Inghilterra stupisce. Ma quando tutto sembra andare a gonfie vele, la verità dei fuggiaschi americani viene a galla. Gli animali del circo si sentono usati. Non c’è cosa peggiore per chi ha l’animo puro di sentirsi manipolato.
I quattro tornano finalmente nello zoo, ma nulla è più come prima. Ormai hanno visto realmente gli spazi sconfinati dell’Africa. Ormai hanno conosciuto la libertà della vita vera, con rischi e pericoli. Non si può passare la propria esistenza sotto una campana di vetro. Se ne rendono conto quando ormai è troppo tardi, e le sbarre sono già davanti a loro. Ma la vera amicizia sa andare oltre, e trionfare sopra ogni cosa. Dal circo allo zoo di Central Park, il passo è breve, e la riscossa è cominciata, chiudendo anche i conti una volta per tutte con la crudele Chantel. Nel più classico e delicato happy end, il pubblico veneziano tributa la pellicola con un fragoroso applauso finale. E oggi si fa il bis.
Madagascar 3 – Ricercati in Europa (2012), il giaguaro Gia |
Madagascar 3 – Ricercati in Europa (2012), il capitano Chantel DuBois |
Madagascar 3 - l'arrivo a Montecarlo di Melman, Alex, Marty e Gloria |
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