The Dark Knight - il Joker (Heath Ledger) |
di Luca Ferrari
Quanto ci sapremo dimostrare combattivi e impassibili dinnanzi all’altra metà (oscura) che verrà a mettere in discussione tutto quello che abbiamo fatto? È ancora possibile in questo terzo millennio essere eroi e persone allo stesso tempo, o c’è la necessità estrema d’indossare un mantello e non farci riconoscere da nessuno? Quanto sapremo resistere dinnanzi alla più malefica delle risate capace di farci sciogliere il trucco della faccia e affidarci alle sole nocche dei nostri occhi per tutto quanto c’è di sbagliato dinnanzi a noi?
Hollywood ci sta riempiendo la testa di favole e fumetti. Personalmente sono filoni che amo alla follia a parte pacchianate in stile “effetti speciali + bella/belloccio di turno” di cui purtroppo gli esempi si sprecano a go-go. Ma perché tutta questa esigenza di supereroi? Ci fanno sentire meglio? Non c’è il rischio di sentire la nostra vita terribilmente povera rispetto alle gesta, non ripetibili, di troppi eroi mascherati?
Nella riuscitissima British story, Love Actually (2003, di Richard Curtis), la “povera” Karen (Emma Thompson) se ne esce con un’espressione assai malinconica quando confida al marito Harry (Alan Rickman) la differenza tra quello che ha fatto lei (ha cucito un costume da aragosta per la recita di natale della figlia) e il fratello Primo Ministro inglese, David (Hugh Grant) che ha dato una nuova immagine di forza dell’Inghilterra facendo la voce grossa con il presidente degli Stati Uniti, un bushiano Billy Bob Thorton.
Le paludi della tristezza così infinitamente narrate sono sempre dietro l’angolo. Non importa se l’azione cruciale si disputerà in cima a un precipizio o in un’illuminata sala d’interrogatorio. È sufficiente rispettare anche una sola regola per dare alla nostra nemesi più malvagia il lasciapassare per farci vacillare. Perfino un eroe senza macchia come Batman (Christian Bale) sarà costretto a porsi nuove domande su ciò che è dinnanzi all’incalzante e spregiudicata moralità anarchica del subdolo Joker (Heath Ledger).
È davvero così fragile l’animo cavalleresco? C’è ancora spazio per agire nell’ombra in questi tempi in cui tutti vogliono condividere tutto? Perché si ostinano a voler farci credere che il Bene abbia sfaccettature anche di malvagità? “Non si torna indietro. Tu hai cambiato tutto” dice ridacchiando l’uomo dal cerone bianco e con gli occhi affossati nel nero con le labbra rossastre e allungate. Il principio della moralità si basa su quanto lo status quo sia permissivo, per il resto ci sono le case, le fabbriche e i palazzi del potere.
Tutto è davvero troppo. Tutto è davvero eccessivamente fasullo. Non riesco a far uscire ragnatele dalle mie vene né fare il giro del mondo alla velocità della luce o riempirmi di fuoco rimanendo senza ustioni. Inizierò allora alzandomi nel momento che vi vedrò arrivare e non certo per stringervi la mano né per comportarmi come l'animatore della serata. Il resto, sarete voi un giorno a raccontarlo.
Nella riuscitissima British story, Love Actually (2003, di Richard Curtis), la “povera” Karen (Emma Thompson) se ne esce con un’espressione assai malinconica quando confida al marito Harry (Alan Rickman) la differenza tra quello che ha fatto lei (ha cucito un costume da aragosta per la recita di natale della figlia) e il fratello Primo Ministro inglese, David (Hugh Grant) che ha dato una nuova immagine di forza dell’Inghilterra facendo la voce grossa con il presidente degli Stati Uniti, un bushiano Billy Bob Thorton.
Le paludi della tristezza così infinitamente narrate sono sempre dietro l’angolo. Non importa se l’azione cruciale si disputerà in cima a un precipizio o in un’illuminata sala d’interrogatorio. È sufficiente rispettare anche una sola regola per dare alla nostra nemesi più malvagia il lasciapassare per farci vacillare. Perfino un eroe senza macchia come Batman (Christian Bale) sarà costretto a porsi nuove domande su ciò che è dinnanzi all’incalzante e spregiudicata moralità anarchica del subdolo Joker (Heath Ledger).
È davvero così fragile l’animo cavalleresco? C’è ancora spazio per agire nell’ombra in questi tempi in cui tutti vogliono condividere tutto? Perché si ostinano a voler farci credere che il Bene abbia sfaccettature anche di malvagità? “Non si torna indietro. Tu hai cambiato tutto” dice ridacchiando l’uomo dal cerone bianco e con gli occhi affossati nel nero con le labbra rossastre e allungate. Il principio della moralità si basa su quanto lo status quo sia permissivo, per il resto ci sono le case, le fabbriche e i palazzi del potere.
Tutto è davvero troppo. Tutto è davvero eccessivamente fasullo. Non riesco a far uscire ragnatele dalle mie vene né fare il giro del mondo alla velocità della luce o riempirmi di fuoco rimanendo senza ustioni. Inizierò allora alzandomi nel momento che vi vedrò arrivare e non certo per stringervi la mano né per comportarmi come l'animatore della serata. Il resto, sarete voi un giorno a raccontarlo.
The Dark Knight - Batman (Christian Bale) |
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