Merida, la coraggiosa protagonista di Ribelle - The Brave |
di Luca Ferrari
Generazioni a confronto. Le aspettative dei genitori e la legittima sete di libertà dei figli. Uno scontro che non conosce sosta. Non importa di quanto mettiamo indietro le lancette dell’orologio e verso quale latitudine facciamo direzione, la dinamica è la sempre la stessa. E continuerà. Sempre e comunque. A cambiare sono gli esiti semmai.
L’incomprensione può durare il tempo di un litigio, di qualche anno o di una vita intera. Ne sa qualcosa la giovane Merida, per nulla intenzionata a maritarsi come vorrebbe la regina madre Elinor, e molto più propensa a cavalcare il suo possente destriero e scagliare frecce nel bosco. Lei vuole decidere per sé il proprio futuro, e nessuno potrà mai obbligarla a fare diversamente dal proprio volere.
Per il suo tredicesimo lungometraggio, la Pixar Animation Studios ha finalmente scelto come protagonista una fanciulla. Seppur siano indimenticabili le performance del gentil sesso in Alla ricerca di Nemo (2003) con il pesce smemorato Dory, passando per il terzetto degli Incredibili (2004) formato da Elastigirl, Violetta ed Edna “E” Mode, per poi andare dalla determinata e romantica cuoca Colette di Ratatouille (2007), una prima donna in assoluto non c’era ancora stata.
L’onore è toccato alla dolce e caparbia principessa Merida, al centro della vicenda di Ribelle - The Brave (2012), per la regia di Mark Andrews e Brenda Chapman.
“Mi ha molto colpito il tema trattato” racconta la danzatrice Viviana Ammannato, la cui immagine del profilo su Facebook in questo momento rappresenta proprio la principessa boccoloona rossa con cui condivide, per sua stessa ammissione, quella ribellione giovanile che a suo tempo la fece soprannominare dal padre la Ribelle o l’Ultima dei Moicani, “ciò verso cui ci scagliamo, quello che crediamo sia all’esterno un ostacolo al nostro Divenire (e magari in parte lo è), è in realtà uno specchio di ciò che ci portiamo Dentro, che ci impedisce di crescere”.
La primogenita di Re Fergus e della Regina Elinor, rispettivamente con le voci originali Billy Connolly e di Emma Thompson, pur di non doversi sposare con uno dei figli degli altri tre clan del regno, ricorre alla magia di una strega con la passione di intagliare il legno. Offerto così alla madre in segno di pace un dolce “corretto”, con immensa incredulità la regina si trasforma in una gigantesca orsa. Non proprio l’animale più amato dal consorte, che anni prima, per difendere la sua famiglia, incrociò la lama con una creatura simile perdendo anche un piede.
Preceduto dal poetico cortometraggio animato La luna (2012, di Enrico Casarosa), la pellicola non ci mette molto a entrare nella pericolosa dimensione del “già visto”, “banale” e soprattutto dello “speriamo che il prossimo non sia a questi livelli”.
Merida è un portento. Ma di quei dialoghi (e annessa sceneggiatura) che hanno reso grandiosa la Pixar non v’è quasi mai traccia, spazzata via dal filone moralistico disneyano fin troppo accentuato. Se le similitudini tra la strega Braveiana e la maga Yubaba del premio Oscar La città incantata (2001, di Hayao Miyazaki) sono evidenti, ciò che appare ancor più esageratamente simile è la somiglianza dello sviluppo della storia con Koda, fratello Orso (Disney, 2003).
Lo sguardo della regina tramutata nel possente felino è quello di Kenai versione animalesca. Le musiche di sottofondo paiono uscite da Biancaneve o la principessa addormentata. Nessuna azione che possa far pensare a un finale diverso dall’happy end più scontato. Lacrime facili, e sorrisi da luna park. E le tradizioni secolari cancellate in un baleno dalla richiesta di una ragazzina non sono credibili. È troppo.
Ma è necessariamente coraggiosa la ribellione? O è il coraggio a essere sempre ribelle? Differenti approcci. Pensieri diversi. I colori perfetti della fabbrica creativa pixariana sono stati soggiogati da uno spirito fatuo e con poco spessore. Sarà perché il giorno che ho deciso di cambiare vita non ho mai avuto un segno che tutte le mie lacrime sconosciute avrebbero potuto trasformarsi in un giorno di festa, e così la giovinezza della mia storia risente ancora il peso dell’incomprensione. Forse è per questo che ho sempre sentito il peso di una leggenda che cercava e sta ancora cercando il suo spazio.
Le mele cadute ai miei piedi non sono state divise da una freccia, ed è per questo che adesso ho bisogno di cercare l’esistenza della fantasia altrove.
Il trailer di Ribelle - The Brave
Lo sguardo della regina tramutata nel possente felino è quello di Kenai versione animalesca. Le musiche di sottofondo paiono uscite da Biancaneve o la principessa addormentata. Nessuna azione che possa far pensare a un finale diverso dall’happy end più scontato. Lacrime facili, e sorrisi da luna park. E le tradizioni secolari cancellate in un baleno dalla richiesta di una ragazzina non sono credibili. È troppo.
Ma è necessariamente coraggiosa la ribellione? O è il coraggio a essere sempre ribelle? Differenti approcci. Pensieri diversi. I colori perfetti della fabbrica creativa pixariana sono stati soggiogati da uno spirito fatuo e con poco spessore. Sarà perché il giorno che ho deciso di cambiare vita non ho mai avuto un segno che tutte le mie lacrime sconosciute avrebbero potuto trasformarsi in un giorno di festa, e così la giovinezza della mia storia risente ancora il peso dell’incomprensione. Forse è per questo che ho sempre sentito il peso di una leggenda che cercava e sta ancora cercando il suo spazio.
Le mele cadute ai miei piedi non sono state divise da una freccia, ed è per questo che adesso ho bisogno di cercare l’esistenza della fantasia altrove.
The Brave - la principessa Merida si ribella alla regina Elinor © 2012 Disney/Pixar |
The Brave (2012), Merida si raggrappa alla mamma-orso © 2012 Disney/Pixar |
The Brave (2012), Merida si aggira nel bosco con la mamma-orso © 2012 Disney/Pixar |
Merida è pronta per fare centro nel nome della propria indipendenza © 2012 Disney/Pixar |